Nuove regole sul risparmio e sugli investimenti

Negli ultimi giorni l’Abi sembra essersi mossa per poter lanciare un percorso di revisione delle norme sul risparmio e sugli investimenti, in relazione alla necessità di conferire maggiore tutela agli utenti dei servizi finanziari. Una mossa che prende altresì spunto dal manifesto del risparmio che in precedenza era stato proposto dal quotidiano Il Sole 24 Ore, sulla base di 5 punti ispiratori che potrebbero trovare pronto accoglimento.

In particolare, il quotidiano economico finanziario auspicava che i prospetti di investimento, anche semplificati, siano sempre in grado di esprimere il livello di rischiosità in sintesi da illustrare al risparmiatore, e che le obbligazioni subordinate (le principali “colpevoli” di alcuni recenti casi di contestazione da parte dei piccoli risparmiatori, come nell’ipotesi di Banca Etruria), siano inserite in modo chiaro nella lista dei prodotti complessi.

Ancora, il quotidiano auspica una separazione netta tra l’erogazione del credito e l’attività di vendita di prodotti, proponendo un rafforzamento della vigilanza preventiva per evitare la diffusa pratica di erogare mutui o finanziamenti solo a patto che il cliente acquisti azioni, obbligazioni o polizze. Ulteriormente, viene auspicata la ricerca di una maggiore diversificazione del rischio di portafoglio, introducendo il dovere dell’intermediario di evitare che il portafoglio titoli del cliente abbia un eccesso di concentrazione su un singolo asset o su attività di un solo emittente e avvertire per iscritto il cliente della rischiosità della posizione assunta.

Costituiscono ulteriori spunti la possibilità di introdurre maggiori sanzioni e revocatorie su stipendi e bonus per gravi violazioni o per i danni provocati alla banca, e tutelare i risparmiatori da ogni forzatura nelle pratiche commerciali di vendita. Infine, viene proposto l’obbligo per gli intermediari di risolvere le controversie con i risparmiatori presso la Camera di conciliazione della Consob, per una misura che invece è attualmente facoltativa.

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