Opzioni binarie su valute secondarie, una rapida panoramica

randOccupiamoci oggi delle opzioni binarie sulle valute emergenti, argomento sul quale torneremo in maniera diffusa nel corso delle prossime settimane, per una duplice serie di motivi: da una parte, il grande appeal esercitato dalle opzioni binarie, vera e propria miniera di opportunità di rendimenti eccezionali in tempi straordinariamente brevi; dall’altra parte, la possibilità di poter lucrare sulle valute secondarie rispetto alle major, fin troppo trascurate dai comuni traders.

Sulla base di tale introduzione, partiamo con un breve viaggio internazionale verso Cile e Peru, le cui Banche centrali hanno scelto di mantenere i tassi di interesse di riferimento invariati in un contesto di inflazione sopra le attese, e crescita economica in rallentamento. Ne è conseguito che l’istituto monetario cileno ha mantenuto i tassi di riferimento al 4 per cento, mentre lo stesso livello sarebbe stato confermato dalle autorità monetarie peruviane. Nessuna sorpresa per gli analisti internazionali.

Arriviamo quindi al Sudafrica, il cui rand è calato ai minimi degli ultimi tre mesi nei confronti del dollaro, dopo che Standard & Poor’s (che nei giorni precedenti aveva penalizzato anche l’Italia) ha incrementato le proprie previsioni sul debito del Paese, tagliando il rating a BBB-, rispetto a BBB. Una notizia non certo gradita, che pone in cattiva luce la solvibilità del Paese.

Prima di recarci in Asia, facciamo un rapido pit stop in Turchia, dove la lira ha toccato i minimi delle ultime sette settimane sulla scia di quanto sta accadendo in Iraq, con un conflitto che minaccia di avere ripercussioni molto serie sotto il profilo energetico, se non congruamente ricondotto in uno stato di minore influenza estera.

Arriviamo infine in Oriente. In Asia le valute di secondo riferimento hanno subito un parziale apprezzamento in virtù della disponibilità delle autorità monetarie cinesi a lasciare lo yuan libero di apprezzarsi (pur sotto un controllo quantitativo che non potrà che essere ancora rigido). La decisione è scaturita dopo aver osservato quanto sta accadendo in Europa e, in particolar modo, in seguito alle decisioni della Banca Centrale Europea, e al rinnovato “ottimismo monetario”.

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