Verbali FOMC, ecco le decisioni della Federal Reserve

La giornata di ieri si è conclusa con l’attesa pubblicazione delle decisioni della Federal Reserve mediante il suo committee di principale riferimento, il FOMC. A una lettura attenta delle elaborazioni dell’istituto emerge infatti la linea prudenziale che la Banca federale americana desidera mantenere per evitare reazioni troppo brusche sui tassi di mercato, coerentemente con l’aleatorietà che grava sulla crescita e sui timori di una ulteriore instabilità in quella fitta rete di elementi macroeconomici che passano per il Pil, la disoccupazione, l’inflazione e tanto (troppo) altro.

Per tale motivo la Fed ha confermato il tapering, proseguito a ritmi attesi, e ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita solo sulla fine dell’anno (a causa di un primo trimestre debole che, tuttavia, l’istituto federale ha definito come pressochè irripetibile). Sono invece rimaste invariate le attese per la crescita del Pil il prossimo anno, e altrettanto invariate le stime di inflazione. Rivisto al ribasso il tasso di disoccupazione. Complessivamente, dalla lettura dei verbali emerge comunque il mantenimento di una discreta fiducia sulla continuità della ripresa, con un consenso pressochè omogeneo per quanto attiene il primo rialzo dei tassi di interesse di riferimento nel corso del 2015.

Sancito quanto precede, notiziamo tuttavia che dell’impatto dei verbali FOMC il mercato valutario non ha tenuto conto, o quasi. Il dollaro non è infatti salito come si pensava (e qualcuno temeva), e il tutto è probabilmente condizionato da una incertezza di fondo da parte della Fed, che non ha ancora bene in mente quale sia il momento giusto per la “svolta”.

Di contro, l’euro ha guadagnato (così come le altre major di riferimento) nei confronti del dollaro statunitense, portandosi – fin dai primi minuti di questa mattina – oltre quota 1,36. La sterlina è invece scesa leggermente, ma a causa della pubblicazione dei verbali della Bank of England. Successivamente la valuta d’oltre manica ha invece recuperato terreno: la “colpa” di tale oscillazione è delle dichiarazioni del governatore Mark Carney, che ha dichiarato che il timing del primo rialzo dei tassi di interesse si sta avvicinando. Una posizione che è accompagnata dai contenuti del verbale dell’istituto monetario, nel quale si legge che più graduali saranno i rialzi, tanto più è probabile che si possa dover anticipare il primo rialzo. I mercati hanno d’altronde già spostato dal primo trimestre 2015 al quarto trimestre del 2014 il momento dell’inversione, sebbene tale anticipazione sia stata giudicata, da più parti, come eccessivamente ottimistica.

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