Italia “senza strategia”, l’UE boccia la Penisola

italiaDopo le recenti bocciature annunciate da Moody’s in merito alle speranze di crescita dell’economia italiana nel breve e nel medio termine, giungono altre notizie negative in merito alla solidità delle speranze tricolori di inversione della tendenza dall’attuale ondata di crisi economico finanziaria.

A conferma di quanto sopra, nelle ultime ore è emerso che la Commissione Europea avrebbe inviato una lettera al governo Renzi nella quale si precisano le impressioni negative nei confronti dell’assenza di una strategia certa sulla ricerca, innovazione, agenda digitale, competitività, cultura e sviluppo tecnologico, e rimandando a settembre il programma italiano sui nuovi fondi europei (relativi al periodo 2014 – 2020). In altre parole, vige un grande punto interrogativo sull’Accordo di partenariato, il documento che ogni nazione predispone e invia alla Commissione, e che costituisce base fondamentale per l’ottenimento dei fondi.

Il problema è dunque proprio questo: se Bruxelles non si dichiara d’accordo sul contenuto dell’accordo, i fondi destinati all’Italia non vengono sbloccati e, di conseguenza, il Paese potrebbe trovarsi a corto di linfa. Le risorse destinate al tricolore ammontano infatti a oltre 41 miliardi di euro in sette anni, con una cifra pressochè raddoppiata se si aggiunge anche la stima del cofinanziamento nazionale.

Il documento – rimasto finora inedito – è un plico di 37 pagine dove, punto per punto, viene “smontato” il piano italiano. Il tutto, partendo da una inscindibile premessa: l’Italia funziona “male”, perché la sua pubblica amministrazione è inefficiente e perché ha gravi problemi di governance. In risposta a tale documento, il governo Renzi sta mettendo a punto un riscontro specifico, che possa rassicurare la Commissione sulla tenuta delle riforme, e che possa in tal modo provvedere allo sbloccaggio delle risorse finanziarie promesse alla Penisola.

Insomma, una nuova bocciatura che potrebbe costare cara all’Italia se nelle prossime settimane non arriverà il tanto atteso convincimento della bontà degli sforzi tricolori. E, a pagarne le spese maggiori, potrebbe essere il Mezzogiorno: è infatti al Sud Italia che andrebbero quasi i tre quarti delle risorse poste a disposizione…

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